Oggi parliamo di Varsavia, l’iconica città e capitale della Polonia. Quando pensiamo a Varsavia, pensiamo ad una metropoli fredda, grigia, con un’atmosfera cupa ma vi assicuriamo che rimarrete molto sorpresi dal fatto che in realtà la città brulica d’arte e soprattutto street art!
La Galeria Forty/Forty
La prima tappa del nostro tour culturale è la Galeria Forty/Forty, una galleria nascosta in una fortezza abbandonata del 1880. Questa galleria ha una caratteristica principale, che la distingue da tutte le altre: è stata appositamente lasciata non supervisionata e accessibile 24 ore su 24, permettendone l’evoluzione e il cambiamento delle opere stesse in qualciasi occasione. I creatori della galleria volevano appunto creare uno spazio magico e ricco di arte e colori, da visitare in compagnia di amici o parenti. Viene addirittura utilizzata per le grigliate, con tanto di barbecue e birra!
Tamaka Street
La street art di Varsavia non si trova solo nascosta in edifici abbandonati, ma anche alla luce del sole, per le strade della città. Uno dei murales più grandi della Polonia, infatti, si trova nella Tamaka Street e raffigura il celebre autore e pianista polacco Fryderyk Chopin. L’opera è stata realizzata nel 2010, anno in cui si festeggiò il duecentesimo compleanno del compositore. Vediamo, infatti, Chopin in compagnia di persone, oggetti e storie legate alla sua vita: da George Sand a Napoleone Bonaparte, fino al planetoide a lui intitolato. Artisti da tutti il mondo hanno realizzato questa splendida opera sotto la supervisione di Marcin Urbanek.
Sepe e il festival Street Art Doping
L’ultima opera dello street artist Sepe ha preso vita durante il Street Art Doping festival di Varsavia, in collaborazione con la Do Dzieła Foundation. L’opera s’intitola ”Education System” ed è una diretta riflessione dell’artista sulla società moderna. Sepe riflette sulla crisi del valori che sta colpendo non solo la Polonia, ma il mondo intero. L’autore ha dipinto un grande teatro delle marionette, riflettendo sulla ‘retorica della guerra’, sempre più inquietante e parte stessa, non solo della politica e dei media, ma della vita quotidiana. L’artista pone l’attenzione sul permanente senso di minaccia e scontro degli ultimi anni. Inoltre, Sepe desidera che il pubblico si soffermi sui nemici da combattere, come se ‘i pugni’ siano l’unico modo per portare a termine una discussione. Un murale estremamente profondo, che porta nuovamente alla luce un tema caldo e odierno.
Il murale di DALeast
Lo street artist DaLeast ha portato a termine questo murale nel centro della città di Varsavia. L’artista è riuscito ad unire sapientemente due elementi fondamentali: il gusto per il retrò e l’innegabile freschezza del design polacco degli anni ’60 -’80. Un murale sopravvissuto fino ad oggi che rappresenta una finestra sulla vita della vecchia Polonia. Il suo taglio “severo” e freddo non fa che aumentare il suo lato storico, affascinando chiunque lo osservi.
Pancho, lo street artist dei robot
Tra gli artisti che hanno arricchito le strade di Varsavia, troviamo anche un nostro connazionale. Stiamo parlando di Pixel Pancho, soprannominato “lo street artist dei robot”. L’artista è riconosciuto a livello mondiale per i suoi robot con tratti umani. Spesso, sono rotti o ammaccati e diventano partecipi delle nostre gioie e sofferenze. La ruggine dei loro corpi mostra che il tempo non risparmia nemmeno loro, anzi ne marca i segni, enfatizzando il forte legame che lega il mondo umano e il mondo tecnologico.
Il Poster Museum
Sebbene non tratti di murales o di street art vogliamo assolutamente aggiungere questa nota… il Poster Museum è degno di nota, in quanto i polacchi adorano i poster. Il Poster Museum, infatti, non solo è il più importante nel suo genere, ma anche il primo ad aver aperto. La galleria in cui è ospitato è un’estensione del National Museum, un po’ difficile da scovare e raggiungere, vale assolutamente la pena visitarlo!
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